lunedì 25 luglio 2022

Chiù pilu pi ttutti noi - prima puntata

Il teatrino della propaganda elettorale ha ufficialmente aperto i battenti. Venghino, siore e siori.



Nella coalizione di destra è immediatamente iniziata, come ci spiega l'agenzia ANSA, la partita a scacchi fra alleati per trovare un accordo preventivo al fine di evitare le prevedibili risse politiche post-voto per accaparrarsi la poltrona di Palazzo Chigi in caso di vittoria alle prossime consultazioni elettorali.
Il problema, come succede sempre ogni volta che ci si trova a spartire una succulenta torta, consiste nel fatto che i tre componenti della coalizione hanno interessi, visioni e strategie diversificate in merito alla questione della designazione del premier.
Giorgia Meloni, che al momento secondo tutti i sondaggi sarebbe accreditata di un consenso popolare sensibilmente maggiore rispetto alla Lega e a Forza Italia, intende già presentarsi in campagna elettorale come primus inter pares della coalizione e come premier in pectore, lasciando quindi sin dall'inizio della campagna elettorale i suoi alleati con il cerino in mano. D'altra parte, è anche vero che Matteo Salvini e Silvio Berlusconi non hanno alcun interesse a cucirsi addosso sin da subito un ruolo di secondo piano, sia perché questo potrebbe portare nervosismo e instabilità interna nei rispettivi partiti all'interno dei quali i maggiorenti già scalpitano e sgomitano per conquistarsi un punto di partenza il più possibile privilegiato nella corsa alle poltrone di contorno, e sia perché annunciare in anticipo il meccanismo per designare il premier potrebbe costar loro anche un drenaggio di consenso elettorale proprio a favore di Fratelli d'Italia, cosa che in etologia politica è la norma poiché i componenti di un gruppo tendono istintivamente a schierarsi dalla parte del soggetto che riconoscono come nuovo capobranco.

Cosa avrebbe tutto questo a vedere, con l'idea della politica intesa come servizio verso il cittadino invece che come mera conquista di poltrone?
Nulla, naturalmente. Ma visti i loro trascorsi, ci si può oggettivamente aspettare qualcosa di diverso da parte di costoro? Suvvia.
In fin dei conti, il loro elettorato di riferimento è di poche pretese e non glielo chiede nemmeno.








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