martedì 21 marzo 2023

La bufala nucleare sull'uranio impoverito, sempre la stessa

 


Spiace dover constatare come anche una testata giornalistica seria come il Fatto Quotidiano si lasci andare, addirittura nelle home page del suo sito, quindi in condizioni di massima visibilità, a titoli che in termini di veridicità stanno a metà tra il terrapiattismo e la vera e propria mistificazione mediatica: le "bombe" all'uranio impoverito, semplicemente, non esistono e non potranno mai esistere come ordigni progettati per esplodere (che è appunto la definizione di bomba) poiché l'uranio impoverito è una sostanza inerte e non un esplosivo.



Certo, poi nell'articolo a cui rimanda il link si parla, più correttamente, non di "bombe" ma di "proiettili anticarro perforanti" non rinunciando tuttavia a introdurre un altro elemento di pura mistificazione sottolineando che l'uranio impoverito sarebbe una "sostanza radioattiva", affermazione che, se viene utilizzata per descrivere il concetto di radioattività come comunemente lo intendiamo associandolo alla pericolosità per la salute umana, è completamente destituita di fondamento come sa perfettamente chiunque possegga qualche elementare nozione di chimica.
In realtà il livello di radioattività dell'uranio impoverito è estremamente basso, pari a quello di qualsiasi altro metallo con cui veniamo normalmente a contatto ogni giorno, e non comporta alcun rischio di contaminazione da radionuclidi su organismi viventi animali o vegetali.
Qualcuno potrebbe eccepire che questi sono solo tecnicismi.
Non è così.
La veicolazione mediatica di un determinato messaggio, come nel caso evidenziato, rappresenta un esempio di manipolazione dell'opinione pubblica attraverso un elemento falso, fuorviante e completamente privo di rigore scientifico, che provoca nel lettore non informato l'inevitabile e istintiva reazione allarmata che si verifica ogni volta che vengono pronunciate le parole "uranio" e "radioattività".
Questa reazione, che non di rado si trasforma in rabbia, panico o persino isteria collettiva, viene ulteriormente amplificata nell'articolo anche dall'accenno alla dichiarazione del ministro della Difesa della Federazione Russa secondo cui tutto questo non farebbe che innalzare un rischio di guerra nucleare ormai "a pochi passi". Affermazione di chiaro ed evidente contenuto esclusivamente propagandistico, che non deve nemmeno sorprendere più di tanto in considerazione del fatto che ormai al Cremlino sembrano aver fatto un vero e proprio abbonamento alle minacce di ritorsioni nucleari, paventate una settimana sì e l'altra pure ad esclusivo uso e consumo dell'opinione pubblica occidentale.
Solo propaganda, e da quattro soldi.
E adesso per chiudere il cerchio non ci resta da fare altro che attendere trepidanti i prevedibili strali di Alessandro Orsini, che sicuramente non tradirà le nostre aspettative.

Ma torniamo al famoso uranio impoverito, che da tempo viene utilizzato come componente di penetrazione di determinati proiettili perforanti a energia cinetica: i rischi per la salute del suo utilizzo sono esattamente gli stessi che sono a carico di altri metalli estremamente densi, come per esempio il tungsteno. Nel momento in cui un proiettile di questo tipo colpisce una corazza si verifica una violenta e rapidissima trasformazione di energia cinetica in energia termica che, se da una parte provoca la perforazione della corazza, comporta come effetto secondario una finissima nebulizzazione di particelle di uranio le quali, se inalate da persone che si trovano nelle immediate vicinanze dell'impatto, possono andare a depositarsi negli alveoli polmonari e produrre effetti di lungo periodo anche molto nocivi per l'organismo, più o meno come avviene, per fare un esempio, quando vengono ingerite fibre di amianto, cosa che può provocare l'asbestosi o il mortale mesotelioma.
Per questa ragione, e SOLO per questa ragione, è prudente rimanere il più possibile a distanza dal punto di impatto di un proiettile perforante, che sia ad uranio impoverito o a tungsteno, almeno sino a quando le polveri sottili da esso generate non si saranno disperse al suolo o nell'aria, come del resto anche l'articolo del Fatto Quotidiano spiega chiaramente nella sua parte finale.
Ma tutto questo con la radioattività e con le armi nucleari non c'entra assolutamente niente.
E lo sanno benissimo anche a Mosca.
Del resto, non crederete mica che i cannoni russi non utilizzino anch'essi proiettili perforanti a uranio impoverito, vero? 😉

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