lunedì 3 luglio 2023

Il favoloso mondo del professor Orsini - parte seconda


Alessandro Orsini, come ormai persino i lettori di Topolino sanno perfettamente, è internazionalmente riconosciuto come uno dei massimi esperti a livello mondiale dell'analisi geopolitica e della strategia militare. Egli, in questo suo intervento alla trasmissione Cartabianca ci ha elargito un'altra delle sue preziosissime e illuminate perle di saggezza affermando al minuto 1:06 che quest'anno la tradizionale parata celebrativa della vittoria dell'Unione Sovietica nella Grande Guerra Patriottica si sarebbe svolta in tono minore e seza l'abituale sfilata dei mezzi corazzati per motivi di rispetto nei confronti delle perdite di vite umane che la Russia sta soffrendo in Ucraina.

Quanto specificamente affermato da Orsini in merito alle "molte perdite russe" corrisponde al vero. Naturalmente non è al momento possibile farne una conta precisa, ma tutti gli analisti indipendenti sono concordi nel ritenere che sia da parte ucraina che da parte russa le vittime abbiano abbondantemente superato il numero di 100.000, il tutto senza contare né i feriti né i mutilati (che si stimano in un numero prudenzialmente più vicino a 200.000 che a 100.000), e nemmeno i lutti fra la popolazione civile nei territori colpiti dal conflitto.

Per avere un'idea di cosa  realmente significhi questo dato e di quanto sia feroce la guerra in Ucraina, basti pensare che in 16 anni di guerra in Vietnam dal 1959 al 1975 gli Stati Uniti hanno perso in totale circa 58.000 uomini, ovvero meno della metà delle perdite che la Russia ha sofferto in un solo anno di conflitto.

E per avere un'idea di quale disastroso impatto abbiano avuto queste perdite sulla capacità operativa delle forze armate russe, basti ricordare che la guerra in Ucraina iniziò il 24 febbraio 2022 con una massa d'invasione russa composta da circa 200.000 uomini la maggior parte dei quali erano professionisti che avevano già combattuto in Siria, in Cecenia e in Armenia. Ci troviamo quindi di fronte a una vera e propria carneficina riguardante più di metà della forza d'invasione e che per soprammercato ha colpito proprio queste unità di esperti veterani la cui perdita si sta rivelando catastrofica poiché nessuna campagna di reclutamento può portare al ripianamento di un patrimonio di esperienza bellica maturato in anni o decenni di combattimenti, patrimonio che deve perciò considerarsi irrimediabilmente perduto con tutte le conseguenze del caso. In guerra, il veterano sporavvive e il novellino muore.

In pratica l'esercito russo si trova oggi a dover affrontare la stessa irrecuperabile crisi di personale qualificato che colpì l'aviazione di marina giapponese dopo la perdita dei suoi migliori piloti  nelle disastrose battaglie aeronavali delle Midway e delle Marianne: nessuno dei piloti arruolati successivamente ebbe capacità e addestramento paragonabili ai veterani della guerra in Cina e di tante battaglie sul teatro indopacifico, e chi conosce la storia della seconda guerra mondiale sa bene quali siano state le conseguenze.

Successivamente, al minuto 1:25, Orsini respinge l'ipotesi "fatta da alcuni" (ma non ci dice CHI, il che vuol dire semplicemente NON CITARE LE FONTI, cosa alquanto strana per uno "studioso" del suo calibro, il quale dovrebbe ben sapere che la citazione delle fonti è elemento basilare della discussione accademica e che senza di essa ciò che si dice ha lo stesso valore di una banconota da undicimila lire) che l'aver visto sfilare un solo carro armato si spiegherebbe con il fatto che "tutti gli altri carri armati sarebbero stati inviati al fronte".
Anche in questo caso è del tutto probabile che Orsini dica banalmente il vero: in considerazione della vastità del territorio della Federazione Russa e della necessità di mantenere presidi minimi lungo tutte le sue frontiere, non è strategicamente plausibile che tutte le forze corazzate russe siano state trasferite sul fronte ucraino.
Per quanto riguarda invece i "più di 10.000 carri armati" che la Russia possiede, Orsini dimentica di spiegare che questo numero non corrisponde mai al totale dei mezzi operativamente rischierabili e impiegabili in un determinato teatro operativo, poiché da esso vanno sottratti (come già detto) quelli dislocati altrove, quelli obsoleti (come i vetusti T-55/62/64, che risultano ancora in organico nelle forze corazzate russa), quelli inutilizzabili per manutenzione o per guasti tecnici e quelli di ultima generazione ancora in fase di allestimento e collaudo (come i famosi T-14 Armata, che sul fronte ucraino al momento non si sono ancora visti nemmeno in cartolina mentre a Kiev sono già arrivati e sono già stati impiegati nelle prime scaramucce i Leopard II nelle varie versioni A4/A6/A7).

Quello che Orsini non ci dice è ben altro: ovvero il fatto che le truppe che hanno sfilato il 9 maggio 2023 sulla piazza Rossa erano composte per la massima parte di cadetti delle accademie militari e di personale della Rosgvardija, proprio perché sul fronte ucraino si ha disperatamente bisogno di ogni risorsa umana disponibile, essendo venuta a mancare, a causa delle perdite innanzi ricordate e riconosciute anche dallo stesso Orsini, l'ossatura delle brigate di fanteria le quali oggi non ricordano nemmeno lontanamente il livello di efficienza dei reparti a cui Vladimir Putin diede ordine di invadere l'Ucraina e che, sia pure a costo di perdite terribili anche da parte dei difensori ucraini, sono state letteralmente massacrate sia nella componente appiedata che in quella corazzata.

Certo, i russi hanno diecimila carri armati.
Ma Orsini ci sa anche indicare dove sono i loro equipaggi?

[credits: La Stampa]


Nessun commento:

Posta un commento

Fukushima e bufale nucleari - il meraviglioso mondo radioattivo di Giampaolo Visetti e Massimo Gramellini

  In questo screenshot, che a puro titolo di supporto alla discussione riproduce una parte di  questo articolo del quotidiano Repubblica  us...